Autore Francesco Pallaro

I bambini durante la loro crescita attraversano varie fasi di sviluppo delle loro capacità musicali. Conoscerle può aiutare i genitori ad accompagnare nel modo migliore l’educazione musicale dei propri figli!

Molti studi confermano che il feto riesce a percepire i suoni esterni dopo circa sedici o venti settimane,  soprattutto le frequenze basse, dato che quelle più acute sono attenuate dal liquido amniotico.

I bambini fra i tre ed i sei mesi reagiscono in modo attivo alla stimolazione dei suoni esterni a alla musica, riuscendo a definire la provenienza dei suoni nell’ambiente. Verso il primo anno di età molti bambini possono essere in grado di riconoscere le canzoni e cercare di imitarle. Fra gli otto e i diciotto mesi il bambino comincia a pronunciare le prime parole. La possibilità per il bambino di avere esperienza di un ambiente sonoro musicale ricco, vario e stimolante sembra aiutare lo sviluppo del linguaggio.

Bimba sorridente

Fra uno e due anni avvengono numerosi cambiamenti. I bambini diventano infatti più consapevoli dei vari tipi di musica che ascoltano e mostrano reazioni differenziate a seconda di cosa ascoltano. Molti bambini riescono a seguire il tempo muovendosi con maggiore coordinazione. Spesso si osserva il tentativo di produrre suoni battendo diversi oggetti. A questa età può essere utile regalare ai propri figlio un giocattolo musicale.  Verso i due anni i bambini cercano di riprodurre brevi frammenti delle canzoni che conoscono. Si tratta di tentativi ancora non molto accurati che tendono ad approssimare la melodia, senza utilizzare note o parole specifiche. Cantare insieme ai propri figli e giocare insieme a loro è importante perchè i bambini di questa età tendono ad unirsi ad altri che cantano piuttosto che stare da soli!

Verso i tre anni i bambini iniziano a cantare anche da soli le canzoni che imparano e spesso tendono ad inventarne di originali. Dal punto di vista cognitivo iniziano ad essere riconosciuti i parametri dei suoni: il volume (suoni forti e suoni deboli); l’altezza (suoni acuti e suoni gravi) e la durata (suoni lunghi o suoni corti). I corsi di propedeutica possono sicuramente rendere il processo di apprendimento più veloce ed i bambini più consapevoli di quanto sperimentano. Crescendo i bambini migliorano la capacità di distinguere i suoni secondo i parametri di altezza e durata. A questo aggiungono l’abilità di riconoscere i suoni prodotti dai diversi strumenti. Il controllo della voce migliora. Aumenta il numero di canzoni che sono in grado di ricordare e cantare. Con il miglioramento della capacità di concentrazione e lo sviluppo delle abilità motorie diventa possibile iniziare a suonare uno specifico strumento e seguire delle vere e proprie lezioni. Per stabilire il momento migliore per incominciare lo studio di un certo strumento può essere importante richiedere il parere di un insegnante di musica preparato. Esistono infatti specifiche verifiche formali e informali che possono essere fatte a questo proposito: test logici, percettivi, cognitivi, verifica delle dimensioni delle mani e delle braccia rispetto alla grandezza dello strumento,…

Intorno ai sette e agli otto anni i bambini hanno già maturato una competenza musicale di base. In genere riescono a cantare con una buona intonazione e ad andare a tempo.  Con la guida di buoni insegnanti è possibile raggiungere questi risultati anche molto prima! È davvero importante che gli strumenti su cui il bambino inizia a suonare siano di dimensioni proporzionate al suo sviluppo fisico e possibilmente di buona qualità. La scelta per i bambini sotto i sei anni si limita al violino, alla tastiera, alla chitarra e alle percussioni, mentre dopo i sei anni aumenta la disponibilità di strumenti prodotti su misura. I bambini sotto la guida attenta dei propri insegnanti ed il supporto fondamentale della propria famiglia avranno la possibilità di conoscere diversi strumenti arrivando in questo modo a decidere il più appropriato da suonare.

Gli anni dell’adolescenza sono pieni di cambiamenti e di trasformazioni. Alcuni bambini che hanno cominciato fin da piccoli a studiare musica decidono di dedicarsi in modo molto serio e determinato a strutturare le proprie abilità. Molti ragazzi manifestano in questo periodo per la prima volta interesse per la musica. Suonare diventa l’occasione per esprimersi, per esplorare la propria personalità, ma ancora di più per fare nuove amicizie, divertirsi e accrescere la propria autostima.  Per molti ragazzi il passaggio all’adolescenza coincide con l’abbandono della pratica musicale. Per qualcuno si tratta di comprendere che lo strumento scelto da bambini non è quello giusto, per altri la ribellione a tutto quello che appartiene al mondo della propria infanzia. Molti ragazzi non smettono di suonare, ma rivedono le proprie scelte, passando magari dalla chitarra classica a quella elettrica, da un repertorio più legato al loro percorso di formazione a suonare la musica che amano ascoltare.

In ogni caso la musica rimane un ingrediente importante, qualcosa con cui rapportarsi e di cui tenere conto. Con rispetto, pazienza e con la voglia di dialogare ed entrare in relazione, per gli insegnanti e le famiglie è possibile incoraggiare i ragazzi a suonare e a continuare a praticare un’attività che saprà sempre regalare qualcosa di prezioso in cambio.