Autore Francesco Pallaro

Ecco una verità fondamentale dell’apprendimento: più si impara qualcosa e meno si è coscienti di ciò che si fa!

Pensaci solo un attimo.

Quando stai imparando a guidare devi pensare a un sacco di cose: premere la frizione, inserire la prima, rilasciare la frizione, accelerare leggermente e così via. Ma quando la tua esperienza è aumentata i comportamenti diventano così automatici che non è più necessario esserne consapevoli. Così puoi guidare e magari parlare con chi è al tuo fianco senza troppi problemi e senza paura di uscire di strada alla prima curva! La stessa considerazione vista da un altro punto di vista: sai di avere imparato bene qualcosa nel momento in cui riesci a farla senza prestarci troppa attenzione.

Come facciamo ad imparare?

I bambini esplorano e imparano dall’ambiente che li circonda toccando e portando gli oggetti alla bocca. Questo comportamento in seguito si evolve in tre modalità di apprendimento fondamentali: visiva, uditiva e cenestesica. Ogni persona ha in genere un sistema che preferisce e al quale attribuisce un valore più alto in riferimento a certi compiti e certe situazioni. L’utilizzo di un canale di acquisizione delle informazioni piuttosto di un altro spiega le differenze dei risultati nelle varie attività di apprendimento, compreso imparare a cantare e suonare!

Violinista

Modalità visiva.

Nella nostra società questo è il tipo di apprendimento più diffuso. Leggere, osservare immagini, guardare cosa succede intorno sono le strategie tipiche per acquisire informazioni delle persone visive. Chi impara a suonare uno strumento soprattutto utilizzando questa modalità è molto legato allo spartito e suona a fatica senza un riferimento scritto. Il vantaggio è riuscire ad apprendere rapidamente guardando filmati, video sul web e altri musicisti mentre si esibiscono. Le persone visive scelgono in genere strumenti dove è possibile vedere cosa si sta suonado, per esempio la posizione delle dita mentre si esegue un accordo sulla chitarra o un passaggio sulla tastiera del pianoforte.

Modalità uditiva.

Gli individui uditivi apprendono tramite l’ascolto. Per loro è meglio ascoltare una lezione che leggere un resoconto. I bambini che riescono con facilità ad imparare a memoria i testi delle canzoni probabilmente appartengono a questa categoria. Gli individui uditivi hanno un grande istinto musicale. Per loro è abbastanza facile ascoltare una melodia e cantarla o riprodurla con uno strumento. Lo svantaggio è che la lettura dello spartito risulta lontana dal proprio modo naturale di apprendere con un relativo calo della motivazione.

Modalità cenestesica.

Appartiene a questa categoria chi impara attraverso il tatto e l’attività fisica. Gli individui cenestesici scelgono in genere strumenti che per essere suonati necessitano di un approccio più vigoroso come le percussioni o la batteria. Invece di aspettare una spiegazione precisa di come eseguire un certo passaggio preferiscono prendere in mano uno strumento e provare a suonare.

Suonare richiede di sviluppare almeno in parte tutte e tre queste modalità. L’apprendimento fisico è imprescindibile nel prendere contatto con uno strumento musicale che va tenuto, percosso, sfregato, pizzicato. L’apprendimento uditivo è fondamentale per ascoltare se stessi e gli altri mentre si suona. L’apprendimento visivo è importante per osservare come si esegue un certo passaggio e per leggere la musica.

Nessuna delle tre modalità è meglio o peggio delle altre per imparare a suonare. Un bravo insegnante è capace di capire quale delle tre è usata di preferenza dall’allievo e cambiare di conseguenza il proprio modo nel comunicare le informazioni per favorire il processo di apprendimento!

 

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